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I VVF in guerra > I pompieri di Milano tra fascismo, guerra e resistenza

RULLANO I TAMBURI DI GUERRA:NASCE IL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO


di Giuseppe MASCHERPA




Negli anni trenta, il fascismo, guardava alla guerra e i pompieri erano considerati utili al regime per la tenuta del fronte interno: nel 1935 tutti i corpi Comunali vennero fusi, prima in Corpi Provinciali, alle dipendenze delle Prefetture e coordinati da un ispettorato Centrale dei Vigili del Fuoco presso il Ministero dell'Interno (diventerà successivamente Direzione Generale dei Servizi Antincendi) poi, con la legge del 27 febbraio 1939, confluirono nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Se, da un lato, l'aspetto positivo fu quello di una normalizzazione nazionale del servizio, dall'altro un velo grigioverde si stese persino sul rosso fiammante degli automezzi; il grigio rimarrà alcuni anni, prima per decreto, poi fino agli anni '50, per mancanza di soldi e di colore.

Un segnale dei tamburi di guerra che rullavano in quegli anni lo possiamo trovare in un numero monografico della rivista "il Pompiere Italiano" del 1936 dedicato alla mostra sulla difesa antiaerea, in occasione della XV Fiera di Milano: si può rilevare che oltre al ministero della Guerra, direttamente interessato, erano coinvolte anche le forze economiche e tecniche e i Corpi Comunali, tutti tesi a convincere la popolazione di essere super difesa; pompieri efficentissimi, nastro adesivo ai vetri e sacchetti di terra rappresentavano la difesa contro qualsiasi attacco aereo, anche all'impiego di aggressivi chimici! A dimostrazione di questa presunta superefficienza, si tenne a Roma il 24 giugno 1939 il I° campo nazionale dei Vigili del Fuoco.

In realtà sappiamo che fu l'ennesima buffonata del regime: mentre i Corpi avevano bisogno di materiale e mezzi, vennero acquistati solo quelli strettamente necessari alla realizzazione del campo, furono appositamente addestrati i pompieri scelti per le marce militari, compreso il funzionale "passo dell'oca" così necessario per far rintronare il cervello di chi marcia (rendendolo appunto inteligentissimo come un'oca), nei salti dalle autopompe in corsa, nello stile degli assaltatori di carri, e per finire, nel canto (indispensabile per i pompieri). Si inventarono inni, si comprarono elmetti, motocarrozzette, ma sopratutto si partecipò ad un grande gioco tranquillizante per la popolazione.

Verso la fine del 1938 il ministero dell'interno predispose piani di mobilitazione dei pompieri per la guerra; nelle grandi città vennero effettuate grandi prove per la protezione antiaerea (a Milano si terranno il 27 e 28 marzo 1939).


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