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Milano, i pompieri e i bombardamenti.

I VVF in guerra

MILANO, I POMPIERI E I BOMBARDAMENTI
Le incursioni aeree del 1940-45

di Claudio DI FRANCESCO

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BOZZA


Diverse e molteplici sono le notizie su Milano e i bombardamenti del quinquennio 1940-1945, Milano e la sua provincia, sia per l'importante snodo ferroviario e aeroportuale sia per la presenza delle grandi fabbriche come Pirelli, Alfa Romeo, Edoardo Bianchi, Breda, Magneti Marelli, Isotta Fraschini, Ansaldo, Falk e altre ancora era considerata un obbiettivo sensibile, naturalmente, in prima linea durante e dopo le incursioni aeree alleate i vigili del fuoco di Milano furono presenti, dapprima anche con la difficoltà del buio(i bombardamenti furono effettuati perlopiù durante la notte), la loro opera non si esaurì con lo spegnimento degli incendi, ma prosegui anche nelle ore successive alle devastazioni, con il lavoro di scavo, recupero dei cadaveri rimasti sepolti, liberazione dei sopravvissuti nei rifugi semi-crollati, messa in sicurezza degli edifici, demolizioni, recupero dei beni e supporto alla popolazione. Il 1940 conterà ben otto incursioni aeree provocando danni sia nelle zone abitate sia in alcune fabbriche oltre che l'aeroporto Forlanini. Passerà invece indenne il 1941 senza quindi nessun bombardamento da parte degli alleati che però si fecero risentire improvvisamente il pomeriggio del 24 agosto dell'anno successivo verso le 18,00 circa, scaricando sulla città più di 30.000 ordigni di grosso e piccolo calibro devastando vaste zone della città tra cui anche il carcere di San Vittore, l'opera di spegnimento degli incendi risultò così molto ardua, fortunatamente i pompieri milanesi nei mesi precedenti, preventivando un attacco massiccio avevano per così dire "richiamato in servizio" dall'allora museo dei vigili del fuoco presso il Castello Sforzesco alcune pompe a vapore ormai pensionate, che, così revisionate e sostituito il gancio di traino per trazione animale con uno più moderno per trazione meccanica vennero utilizzate per spegnere gli incendi provocati dalle bombe e sopperire così alla mancanza di attrezzature antincendio. Molti furono i senzatetto e molte le vittime a causa forse dei pochi rifugi allestiti ma soprattutto per l'effetto sorpresa, era infatti il primo attacco diurno. I bombardamenti ripresero poche ore dopo durante la notte verso le 22,00 mettendo così a dura prova la resistenza dei pompieri milanesi che mai avevano visto tanta distruzione.

Le incursioni su Milano nel 1943 furono cinque di cui una a febbraio e ben quattro ravvicinate nel mese di agosto, quella di febbraio sarà fatale a due pompieri, infatti nella notte tra il 14 e 15 febbraio persero la vita il Brigadiere Domenico Fassi e il Vigile Pirola Giosuè rispettivamente capo distaccamento e telefonista del posto di guardia di viale Regina Margherita, la caserma venne centrata in pieno da una bomba, i due si trovavano soli all'interno (tutto il rimanente personale era impegnato in soccorsi) nell'intento oltre che tenere i contatti con la centrale di via Ansperto, anche di organizzare e dirigere le squadre, trovarono così la morte rimanendo sepolti tra le macerie. Negli anni a seguire il distaccamento di Regina Margherita non venne più ricostruito.

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Milano via Circo agosto 1943


Ad agosto furono quattro le incursioni e come descritto nella relazione inviata al Comitato Provinciale di Protezione Antiaerea presso la Regia Prefettura di Milano dall'allora Comandante Antonio Tosi, i Vigili del Fuoco effettuarono un totale approssimativo di 8000 interventi impegnando più di 2000 uomini, naturalmente la forza effettiva di Milano contava molto meno dei 2000 uomini descritti, ma si poteva fare affidamento anche su tutti quei pompieri che vennero dislocati temporaneamente dalla Direzione Centrale Antincendi per "ragioni di guerra" nelle grandi città. Milano poteva così contare sull'aiuto di vigili provenienti da quasi tutte le province, Trento, Como, Vercelli, Pavia, Bolzano, Cremona etc. solo per citarne qualcuna.

Naturalmente e sfortunatamente si ebbero ulteriori caduti durante queste quattro incursioni, si contarono a fine mese altri sette pompieri deceduti, Dozio Alberto fu uno di questi; vigile volontario presso il 25° Corpo VV.F. di Como e dislocato a Milano per le ragioni descritte, morì durante le operazioni di spegnimento incendi dovuti agli spezzoni incendiari e alle bombe dirompenti sganciate durante la notte, rimanendo coinvolto nella caduta di un cornicione in viale Bigli. Trasportato all'ospedale Policlinico cesserà di vivere alle ore 8,00 del giorno 15 per le gravi ferite riportate.



Edifici del centro colpiti

Un doveroso ringraziamento va fatto a Mario Martinelli che con i suoi racconti a dato forma e immagine all'atmosfera di quei tragici giorni.








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